domenica 11 maggio 2014

al ritorno dalla campagna

Salta al­l’oc­chio l’in­cre­di­bi­le at­tua­li­tà delle te­ma­ti­che af­fron­ta­te nei testi. Si va dalla cri­ti­ca al con­su­mi­smo di Ma è un canto bra­si­lei­ro, alla sfida alla Chie­sa cat­to­li­ca della title track, altro fiore al­l’oc­chiel­lo del­l’al­bum.
Sor­pren­den­te in­ve­ce è la scel­ta ar­ti­sti­ca de La can­zo­ne della terra, con un ritmo tri­ba­le tam­bu­reg­gian­te che fa da base rit­mi­ca al pezzo e la voce del can­tan­te in sot­to­fon­do nella prima parte del pezzo. Ne Le al­let­tan­ti pro­mes­se si de­li­nea per­fet­ta­men­te il ca­rat­te­re bat­ti­stia­no, la sua mi­san­tro­pia, la sua pa­sco­lia­na chiu­su­ra nel nido fa­mi­lia­re e l’in­ca­pa­ci­tà di in­se­rir­si in con­te­sti so­cia­li giu­di­ca­ti sof­fo­can­ti. “Po­trai un gior­no avere anche dei figli” sen­ten­zia una ce­le­stia­le voce di donna che lo in­vi­ta ad ab­ban­do­na­re una casa ru­ra­le per ab­brac­cia­re la vita di paese. “Per poi farli di­ven­tar così\ pre­fe­ri­sco al­le­var vi­tel­li e co­ni­gli”… Il con­cet­to è chia­ro e nem­me­no poi così er­me­ti­co a dif­fe­ren­za della scel­ta ar­ti­sti­ca adot­ta­ta dal duo e poi ab­ban­do­na­ta in fasi suc­ces­si­ve. Io gli ho detto no è una can­zo­ne d’a­mo­re con re­tro­gu­sto quasi pro­gres­si­ve, che mette a nudo quan­to Bat­ti­sti fosse at­ten­to a quel­lo che ac­ca­de­va mu­si­cal­men­te al­l’e­ste­ro, spe­cial­men­te ol­tre­ma­ni­ca.
Pren­di fra le mani la testa, anche se im­pec­ca­bi­le mu­si­cal­men­te, è forse il punto de­bo­le del­l’al­bum a li­vel­lo di testo. Chiu­de que­sto splen­di­do album Que­sto in­fer­no rosa, un’al­tra splen­di­da can­zo­ne d’a­mo­re che in­giu­sta­men­te non ebbe l’im­pat­to col gran­de pub­bli­co che eb­be­ro suoi pezzi più for­tu­na­ti, ma forse que­sto ac­cre­sce il va­lo­re del brano.
Il no­stro caro an­ge­lo è uno scri­gno che con­tie­ne gio­iel­li im­pre­scin­di­bi­li per chi ama que­st’ar­ti­sta e la mu­si­ca ita­lia­na nel senso meno clas­si­co del ter­mi­ne. Bat­ti­sti può es­se­re cri­ti­ca­bi­le come tutti. Può darsi che non abbia avuto una gran voce, che abbia pec­ca­to di pre­sun­zio­ne, ma è im­pres­sio­nan­te quan­to fosse avan­ti e al­l’a­van­guar­dia e quan­to ap­pa­ri­va­no tra­gi­ca­men­te pic­co­li tanti suoi col­le­ghi al suo co­spet­to.